Ponte diga anti-sale

Vallata di Tanaff, Senegal, Africa

Stato progetto: in adozione da parte del Ministero dell'Agricoltura
Il nostro supporto: Engineering design, construction management, education, building materials
Progetto ingegneristico: R. Vecchio
Consulenze: A.Ghersi, S. D'Urso, C.Modica, D. Distefano, S. Cirami, Ruwa srl, M. Souane
Stato: Ministries management
Donatori: Privates, companies and publics, UCEI, Kaira Looro
Collaborazioni Internazionali: Catania University, Tokyo University, RUWA
Collaborazioni senegalesi: Sodagri, Ministero dell'Agricoltura, Ambasciata del Senegal
Beneficiari: 80.000 persone

Nella Regione di Sedhiou, nel sud del Senegal, i cambiamenti climatici hanno causato la nascita di un raro fenomeno ambientale chiamato “intrusione salina” che comporta gravissime ricadute sociali: le maree dell'Oceano Atlantico inondano terreni coltivabili e contaminano l'acqua dei pozzi. Nelle aree prettamente rurali dove l'agricoltura è l'unica fonte di sostentamento, le comunità soffrono malnutrizione, malattia e povertà. In una delle vallate più grandi del fiume Casamance, la vallata di Tanaf, le maree hanno distrutto 10.000 ettari di risaie e causato gravissimi disagi a 80.000 persone. Oggi, in quest'area dimenticata dal mondo, l'87% della popolazione è malnutrita, il 92% povera, l'85% dei bambini soffre un ritardo di crescita, il 60% delle malattie è dovuto al fenomeno descritto, la mortalità infantile è la più alta del paese e l'aspettativa di vita è di soli 65 anni. Il progetto consiste nella realizzazione di uno sbarramento all'imbocco di questa vallata che fermerà le inondazioni, e creerà un bacino di ritenzione per l'approvvigionamento a monte, permettendo il recupero di 10.000 ettari di terreno, la decontaminazione della falda acquifera e la nascita di nuove attività lavorative utili allo sviluppo dell'economia locale. Il progetto, adottato a livello nazionale, come progetto modello, risolleverà le sorti di 80.000 persone, in modo duraturo e sostenibile e vuole essere realizzato in cooperazione con le autorità e i beneficiari che ne diventano parte integrante attraverso programmi di coinvolgimento e formazione. Tale progetto organizzativamente e ingegneristicamente molto sofisticato e complesso, ha riscosso grandi consensi nella comunità locale e presso i ministeri del Senegal, ma anche nella comunità scientifica internazionale che lo ha sostenuto in diverse occasioni. L’obiettivo ultimo è di dare nuova vita a quest’area piena di risorse e potenzialità, ma che stenta a svilupparsi anche a causa di tale fenomeno che tocca tutti gli aspetti fondamentali per la vita: alimentazione, sanità ed economia. Creando tale progetto, la comunità potrà ritrovare le sue attività e assicurare un futuro sereno ai propri figli.


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Obiettivi del progetto

Desalinizzazione della vallta

Recupero di 10.000 ettari di terreno colttivabile

Riforestazione di un bacino di 480km quadrati

Aspetti ingegneristici

La realizzazione è basata su un processo di responsabilizzazione e formazione delle comunità che spesso hanno provato a realizzare l’opera autonomamente, ma che senza risorse e conoscenze tecniche non sono riusciti nell’intento. La progettazione della diga è stata preceduta da un’analisi di oltre 50 dighe del Casamance, alcune funzionati altre no, per individuare gli errori e le potenzialità della tecnologia base. Il progetto vuole, per aspetti organizzativi e tecnici, essere un modello replicabile in tutte le vallate, per far si che la popolazione possa, a seguito della prima realizzazione, operare autonomamente in maniera corretta avendo le conoscenze necessarie per compiere un’opera adeguata alla sua funzione. Il progetto viene realizzato, a differenza di tutti gli altri ponti-diga, con una stratificazione di materiali differenti, i quali, hanno ciascuno una propria funzione: Talvolta di filtraggio del sale, talvolta di drenaggio per alleggerire strutturalmente la strutturala e talvolta di contenimento strutturale. La progettazione ingegneristica di Raoul Vecchio con il fondamentale supporto di docenti universitari, consulenze e aziende di settore, hanno permesso l’ideazione di un vero e proprio modello capace di svolgere il ruolo di sbarramento del sale, di filtraggio e desalinizzazione della vallata. L’opera è lunga in totale 855metri, con un’altezza massima (dal fondo dell’alveo) di 5,5 metri e un’altezza minima, sulla sponda di 1,5metri. La diga è dotata di una parte definita localmente “ponte” (da qui il nome ponte-diga) avente la funzione di “bucare” il corpo della struttura per consentire la fuoriuscita dell’acqua piovana accumulata nella vallata. Tale processo è fondamentale per l’ottenimento dei risultati ed è basato su equilibri idraulici ben determinati e gestiti in maniera ottimale. Dalle analisi condotte in altre vallate, infatti, talvolta è stata la gestione delle opere a non permettere il lavaggio delle stesse. La diga è inoltre dotata di scaricatori di emergenza sulle sponde che si attivano in casi di imprevedibili alluvioni, evitando così allagamenti nei villaggi più vicini alla vallata. La struttura è stata progettata dal punto di vista idraulico e strutturale, ed arricchita da studi urbanistici, sociologici, ambientali, agricoli ed architettonici.

Fenomeno di instrusione salina

Tale fenomeno brevemente introdotto sopra invade, oltre che il Casamance, altri fiumi aventi caratteristiche idrologiche e geologiche similari, ed è uno dei problemi principali delle scarse condizioni alimentari ed economiche delle comunità, strettamente dipendenti dal processo agricolo. Il fenomeno, comunque abbastanza raro nel mondo, è stato analizzato a seguito di una importante indagine bibliografica( che ha evidenziato la scarsità di dati e studi di settore a livello professionale), ma soprattutto indagini e analisi sul territorio e collaborazione con docenti universitari, enti e organizzazioni legati alla tematica idraulica.
Tale fenomeno chiamato appunto “intrusione salina” nasce a seguito della siccità del Sahel che ha prodotto una riduzione delle piogge e aumento dell’evapotraspirazione. Tali cambiamenti rilevati a partire dal 1970 hanno cambiato la configurazione idrologica del fiume Casamance e delle sue risorse. Indagini condotte hanno rilevato che per la tipologia di estuario del Casamance, il fenomeno si fa particolarmente intenso e ciò che accentua il deposito del sale è la particolare morfologia del territorio, fatta da una profondità del suolo non costante e una sezione fluviale composta da successivi “imbuti”. Il fenomeno è il risultato di tre macro aspetti: propagazione delle maree nel bacino, morfologia del territorio, cambiamenti climatici. Tali parametri hanno dato vita a una distensione anormale della salinità nel bacino del Casamance che in alcune zone, e in stagione secca, raggiunge 135grammi di sale per litro, ovvero 5 volte più salato del mare. Tale quantità di sale ha un effetto devastante nell’ecosistema naturale, floreale e fluviale: erosione costiera, acidificazione del sottosuolo, contaminazione della falda acquifera, morte dei pesci, perdita delle risiere e desertificazione del bacino. Tali drammatici effetti si ripercuotono negativamente sulla società e sull’ambiente causando una vera situazione di emergenza. Studi condotti dall’università TUDelf confermano attraverso il modello scientifico di Savenjie che il processo di salinizzazione è purtroppo irreversibile, perché per recuperare un accettabile livello di salinità sarebbe necessario avere il triplo delle piogge attuali, cosa impossibile per ovvie ragioni. Intervenire quindi localmente nel recupero di singole vallate è l’unico metodo per migliorare la situazione ambientale e sociale. Nelle foto sotto si può individuare la mappa di distribuzione della salinità nella vallata, e la propagazione delle maree nel bacino.

Impatti positivi

La realizzazione della diga permetterà di sbarrare l’accesso alle maree, e creare a monte un bacino di ritenzione ottenuto dalla falda sotterranea e dalle piogge. Tale bacino una volta riempito, al termine delle piogge, scioglierà gli acidi e i Sali depositati e contenuti nel suolo e verrebbe scaricato durante la stagione secca e in particolari condizioni di equilibrio idraulico. Lo scarico di queste acque permette quindi il lavaggio della vallata. Tale lavaggio è un processo progressivo, ovvero che anno dopo anno si otterrà un lavaggio sempre più intenso ed efficace per recuperare il massimo di ettari di terreno coltivabile (10.000 ettari). Con piogge intense sono sufficienti 2 anni per avere già i primi risultati in termini di resa agricola delle risiere e riforestazione del bacino. Il recupero delle risiere stimato al massimo a 10.000 ettari, è capace di soddisfare il fabbisogno alimentare di 80.000 persone e creare un vero boom economico nell’area.

Oltre l’aspetto alimentare, la presenza del bacino permetterà:
- il rinvigorimento della foresta di Balmadou per migliorare le condizioni microclimatiche e recuperare specie arboree a rischio
- il ritorno dei pascoli attualmente emigrati per mancanza di acqua e vegetazione adeguata
- il potenziamento della produzione fruttiere per l’integrazione alimentare ed lo sviluppo economico
- la contaminazione e innalzamento della falda acquifera sotterranea

Quest’ultimo aspetto è di fondamentale importanza per la salute dei soggetti più deboli (bambini e anziani), infatti, la presenza del sale ha causato, la morte di microbi che hanno contaminato l’acqua della falda e l’acqua dei pozzi. Il 60% delle malattie e infezioni locali sono causate dall’acqua di pozzo contaminata. La presenza del bacino permetterà di ripulire la falda in modo naturale e sostenibile. Anche l’innalzamento della falda è un fenomeno naturale che avverrà grazie al progetto perché il rinvigorimento e la ricarica della falda permetterà di farla innalzare avendo così ancora più acqua nei pozzi. Infine esiste un grande impatto a livello infrastrutturale. Oltre 25 villaggi sono letteralmente isolati, e per arrivare ai mercati e ospedali devono percorrere più di 18 km a piedi. Grazie al ponte diga questa distanza sarà ridotta a solo 2 km consentendo inoltre, la nascita di rapporti sociali e commerciali, prima impossibili.

Localizzazione del progetto: Valle di Tanaff, Senegal

La valle di Tanaff è un bacino idraulico che prende il nome dal villaggio più anziano e rappresentativo, per l’appunto Tanaff. Tale vallata ha un potenziale idraulico straordinario con una rete che supera i 95km in totale, e circa 450km quadrati di terreno, suddiviso in piattaforme per l’arboricoltura, foresta e una vallata a pendenza praticamente nulla con un sottosuolo argillo sabbioso. Proprio la caratteristica del sottosuolo ne faceva, prima della siccità del 65 e dell’avvio del fenomeno d’intrusione salina, una delle più importanti zona produttrici di riso con i suoi oltre 15mila ettari di terreno coltivato. All’interno della vallata vivono oltre 50.000 persone in più di 150 villaggi, ma per il potenziale agricolo e idraulico della vallata, il suo bacino si estende a 80.000 persone. La vallata, dal punto di vista idraulico, inizia nei villaggi di Sanoufily e Sambacounda (nelle rispettive sponde) e supera la frontiera, superando di oltre 10km il confine con la Guinea. Tanaff è un importante punto di snodo infrastrutturale, perché dalla città di Ziguinchor (informalmente capitale del Casamance) tramite la strada nazionale N6 si arriva alla seconda città più importante del Casamance, ovvero Kolda, senza dover attraversare il fiume Casamance. Il bacino culturale della vallata è straordinario con oltre le sue 7 etnie principali mescolate in un’armoniosa atmosfera di pace e amicizia.

Partner e grandi donatori

Sono stati tantissimi, a migliaia, le persone, studenti e professionisti che hanno supportato il progetto. Anche se vorremmo, ci verrebbe impossibile citarli tutti, ma consapevoli del grande gesto di altruismo ci limitiamo a ringraziarli tutti a nome delle comunità beneficiarie. Di seguito l’elenco di alcune aziende che hanno contribuito alla causa con donazione di beni o servizi. Ambasciata della Repubblica del Senegal in Italia, Sedhiou Gouvernment, ARDS, Chambre de Commerce de Sedhiou, PPDC, Graphiservice, Area, Archicart, Archimede Stampe, Tipografia Gullotta, Ruwa srl, Associazione L'Impulso, Jamm Senegal, Aldemaro Onlus, Lions Club Faro Biscari, Fondazione FL, Cogiatech, Remax CT, Gori Petrol Group, Archilovers, Miseria & Nobiltà, Pizzeria Balsamo, Calcio Catania, Katanè Palace, CUS CT, Galmar Premiazioni, Hotel Bester Western, ACR Messina, CARA di Mineo, In/Arch Sicilia, Università di CT, Archilovers, Pixartprinting, Rizzotti, Nero Sicilia, Città della Scienza CT, CA2 Lab, UCEI, Stilolinea, Millegradi, Consolato della Repubblica del Senegal in Sicilia.

Premi e riconoscimenti

Sicily International Solidarity Award 2015 - Federico II - Rosolini (SR) )
Award Giovanni Lorenzin 2015 on the management of water resources in developing countries - Portogruaro (VE)

Galleria

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